L’intervento di ARERA a favore delle Comunità Energetiche Rinnovabili

L’importante provvedimento preso da ARERA

Nel precedente articolo (che trovi qui) abbiamo parlato della gestione e dei benefici delle Comunità Energetiche Rinnovabili, lasciandovi con il fiato sospeso quando abbiamo accennato all’importante provvedimento preso da ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.

Il 27 dicembre 2022, ARERA ha approvato il testo unico che regola le modalità per valorizzare l’autoconsumo diffuso, intendendo dare “indicazioni chiare e semplificazioni procedurali” rispetto alla disciplina transitoria vigente dal 2020, in attuazione dei decreti legislativi 199/21 e 210/21.

Con questa delibera ha dato la possibilità al mercato di creare i propri modelli di business.

Caso quasi singolare in Italia, dove è prassi definire delle norme che piuttosto stringono il livello di business delle aziende.

Dato anche il periodo sperimentale, ARERA non ha descritto fino in fondo come devono essere delimitati i modelli di business dei consorzi che andranno a costituirsi per le comunità energetiche. Ciò che importa è che la Comunità Energetica non sia a scopo di lucro ma che sia quindi disponibile a reinvestire i propri proventi in nuove iniziative di carattere energetico.

I due principali modelli di business

  • Stiamo parlando dell’eventualità in cui un investitore all’interno della Comunità decida di fare un investimento, con lo scopo di prendere degli incentivi, per poi legarsi a diversi utilizzatori che prendono l’energia non auto-consumata dal produttore pagandola quindi meno di quello che viene offerto dal mercato, traendone così un guadagno, mantenendo però un riflesso di carattere ambientale e sociologico.
  • Diversamente la comunità energetica potrebbe essere costituita da tanti soggetti, oltre ai soggetti produttori, che condividono, ciascuno con la propria quota parte, l’investimento.
    In questa maniera, tutti potrebbero avere accesso all’incentivo, che viene erogato dal GSE sulla base dei bilanciamenti delle partite di energia che vengono scambiate e auto-consumate.

Quindi abbiamo questi due modelli di business che possono essere molto diversi fra di loro, dando anche dei differenti ritorni a quello che è l’investimento della comunità. Nel mezzo ci stanno tutti gli altri modelli di business che si possono andare a pensare.

E anche questa è un’innovazione importante introdotta da ARERA in questo campo.

Rimane però un ambito che riguarda la prima parte della riflessione che è importante focalizzare perché i progetti funzionano bene se si comprende a fondo la finalità di chi li propone:

Quale è l’interesse legislatore di ARERA e del GSE a favorire le comunità energetiche, le comunità di autoconsumo, i sistemi semplici di produzione e consumo?

Quello di ottimizzare la gestione della rete elettrica pubblica. Quindi non è per minimizzare i costi dei clienti, ma è per ottimizzare l’utilizzo della rete di trasporto.

A maggior ragione questo significa che insieme ai soggetti che costituiscono le comunità energetiche, deve esserci una figura che aiuta nei rapporti con il gestore della rete di distribuzione GSE, al fine di ottimizzare il trasporto.

Perché il problema vero è che la rete di trasporto italiana ha delle perdite importanti di energia e quindi necessita di una gestione condivisa che richiede un alto profilo di professionalità anche da parte degli operatori delle comunità energetiche, o di chiunque voglia affidarsi a fonti di energia rinnovabili.